19 Aprile 2024

Thies

Stato: concluso
Responsabili progetto: Daniela SmaniaD.smania@optilensitalia.it

La scuola dei giovani ciechi di Thiés

È qui, a Thies, seconda città del Senegal, su un altopiano di una zona rurale distante 70 km. da Dakar verso l’interno, che AMOA ha incontrato nel 2009 la direttrice Madame Dicko Kadidia, dell’Istituto Nazionale dei Giovani Ciechi (INEFJA Institut National et de Formation des Jeunes Aveugles).

Nell’Istituto i ragazzi, le ragazze, i bambini e le bambine non vedenti mangiano e dormono a spese dello Stato senegalese; seguono un ciclo di 6 anni che potrà consentire loro di iscriversi ad una scuola media e poi superiore dove i non vedenti, attraverso un sistema integrato, possono poi frequentare le stesse classi dei vedenti.

Ai ragazzi che non proseguono gli studi, la scuola INEFA mette a disposizione un percorso di formazione professionale scegliendo tra tre diversi orientamenti (telecomunicazione, sartoria e confezionamento di scope ed oggetti di paglia).  Le risorse dello Stato sono però scarse e la condizione di povertà nella quale vivono questi ragazzi è toccante.

È difficile descrivere la situazione in cui si trovano questi 115 ragazzi, dai 7 ai 21 anni, ed altrettanto difficile è descrivere le condizioni strutturali e strumentali di questa scuola. È attrezzata solo con banchi e sedie, un punteruolo ed una tavoletta braille a testa; manca quasi tutto, compreso i computer con collegamento ad internet e stampanti braille, fondamentali per lo sviluppo culturale e l’emancipazione dei ciechi.

Ed è in questa scuola che AMOA, insieme a Madame Dicko, ha progettato di realizzare una sala informatica: 15 computer, una fotocopiatrice, una stampante braille, software specifici per ciechi ed un insegnante locale ipovedente specializzato nella materia.

AMOA vuole aiutare questi ragazzi perché essere cieco in un paese come il Senegal spesso significa non poter lavorare e non andare a scuola. Infatti la cecità è compagna dell’emarginazione, della povertà, dell’abbandono e dell’isolamento sociale; ma soprattutto è troppo spesso correlata alla riduzione dell’aspettativa di vita.

La mole di lavoro necessaria per la realizzazione del progetto non ha spaventato AMOA: abbiamo chiesto sostegno al Banco Informatico di Milano per acquistare i computer a poco prezzo, all’Istituto Cavazza per ciechi di Bologna, ai nostri soci ed ai nostri donatori. Oggi possiamo dire che grazie ad Alberto Armaroli, informatico AMOA, 15 computer completi di software per non vedenti, sono collegati in rete tra loro e collegati ad una stampante braille. Il computer per questi ragazzi è un mezzo di lavoro, di socializzazione e di gratificazione personale fondamentale.

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