19 Aprile 2024

M’Bour

Stato: in corso
Struttura: Centre Ophtalmologique et Optique, BP 321 M’Bour
Referente locale: Dr. Babacar Cissé
Centre Ophtalmologique, BP 321 M’Bour – Senegal
cisse.ophtalmo@gmail.com
Responsabile Progetto: Gian Luca Laffi gianluca.laffi@gmail.com

Era il 1994 quando Gian Luca Laffi rimase impressionato dal desiderio di Babacar, agiato figlio di un ministro senegalese, di voler aiutare il suo popolo non nella capitale ma nelle zone povere, dove l’assistenza sanitaria non esisteva.

A quel tempo M’Bour era un semplice villaggio di pescatori con un tasso di analfabetismo molto elevato, dal momento che i bambini dovevano aiutare i genitori in mare o nelle campagne e non potevano frequentare la scuola.

I due amici convinsero Lilly Vogel ad allargare l’impostazione assistenzialistica della sua Associazione, fino ad allora pensata solo per gli ipovedenti e non vedenti, includendo un vero e proprio servizio medico-oculistico a favore di tutta la popolazione.

Immediatamente si creò un accordo con i presidi delle scuole locali per visitare gratuitamente gli alunni e fornire loro eventuali occhiali.

Nei primi due anni le richieste sanitarie aumentarono a tal punto che i pazienti arrivavano a centinaia anche da molto lontano, aspettando dignitosamente il loro turno a lungo, noncuranti del tempo.

Fu allora che Gian Luca maturò la consapevolezza che solo con la collaborazione di altri medici, ortottisti e infermieri avrebbe potuto aiutare davvero Babacar a curare e prevenire la cecità in Senegal.

Così nel 1997, insieme a Carlo Sprovieri ed altre persone, costituì AMOA, Associazione Medici Oculisti per l’Africa. Nel giro di pochi anni furono allestiti un ambulatorio oculistico completo, una sala operatoria ed un laboratorio di ottica dove oggi lavorano M’Baye, infermiere specializzato in oculistica (TSO); Nini Bandé, infermiera di sala operatoria; N’Dieye Bouri, infermiera; Sane Bandé, ottico; oltre a un assistente sociale, un contabile ed altro personale non specializzato. E naturalmente Babacar Cissé che, oltre a svolgere la sua professione di oculista, dirige il centro sia da un punto di vista amministrativo che organizzativo.

Attualmente M’Bour non è più un villaggio di pescatori dove solo venticinque anni fa la popolazione si muoveva su calessi trainati da asini e cavalli, ma una città di 250.000 abitanti nella Regione di Thiès, punto strategico di collegamento sia verso la parte interna che verso il sud del Paese. Si trova a 83 chilometri da Dakar ed è oggi facilmente raggiungibile tramite una strada asfaltata e grazie al nuovo aeroporto situato proprio tra Dakar e M’Bour.

I risultati ottenuti

Il Centro Oftalmologico M’Bour, una bella costruzione in pietra, è oggi dotata, grazie al contributo di AMOA, di una sala operatoria con ogni attrezzatura, di ambulatori, di uno studio dove eseguire la refrazione e di un laboratorio di ottica completo di mola automatica.

AMOA ha organizzato più di 30 missioni a M’Bour fornendo al laboratorio, nel tempo, una vasta gamma di lenti per cui è possibile assemblare un occhiale nel giro di un’ora (servizio che anche in Italia garantiscono in pochi).

Il Centro Oftalmologico si sostiene da sé sin dal 2005, con una media di 10.000 visite e 500 interventi chirurgici all’anno, oltre alla vendita di occhiali da vista e da sole, comprese le lenti progressive.

AMOA si impegna a eseguire periodicamente screening visivi e interventi chirurgici a favore delle persone più bisognose, selezionate dall’assistente sociale del centro, compresi i lebbrosi del vicino villaggio di M’Balling.

Attualmente AMOA sovvenziona un’infermiera (N’Dieye Bouri) ed una collaboratrice locale (Sainabou Thiam), colonna portante di AMOA in Senegal per tutte le questioni organizzative e logistiche dei progetti in corso; ogni anno vengono effettuate almeno un paio di missioni allo scopo di migliorare la formazione sul piano oculistico e ottico, e per controllare le attività svolte.

Gli obiettivi per il futuro

M’Bour sta crescendo economicamente e molti stranieri stanno investendo in questa città. È dunque necessario avere uno standard oculistico elevato ed adeguato non solo per i meno abbienti ma anche per la classe borghese, in grado di contribuire economicamente al potenziamento e allo sviluppo del centro.

È la condizione, in prospettiva, per raggiungere così anche l’obiettivo di curare gratuitamente tutti i poveri ed i malati gravi che, altrimenti, non avrebbero nessun accesso alle cure, essendo a pagamento. Maggiori possibilità economiche consentirebbero di elevare il numero delle prestazioni oculistiche, aggiornare la strumentazione medica e chirurgica, potenziare il servizio di ottica e aumentare il personale attraverso nuove assunzioni, in particolare di infermieri.

Per la fine del 2023 si prevede di dotare la struttura di un facoemulsificatore per eseguire gli interventi di cataratta, come in Italia, e di iniziare la collaborazione anche con il giovane oculista Marr di Dakar, che potrebbe andare una volta ogni tanto ad eseguire tale tipo di intervento, mentre il dott Cissé continuerebbe con la tecnica manuale di estrazione della cataratta.

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