Una breve, ma molto istruttiva, storia africana
a lieto fine. Dalla missione di Adwa, in Etiopia
Da Adwa, Etiopia, dove negli ultimi giorni di marzo AMOA è stata in missione (leggi qui) per attrezzare il nuovo ospedale, una “piccola storia africana”. La racconta il vicepresidente dell’Associazione, Sergio Tabacchi.
“…Siamo stanchi io ed il mio giovane e bravo infermiere etiope Samuel. Da tre giorni, ininterrottamente, con il prezioso aiuto di Leda e di Sister Pauline abbiamo catalogato, classificato e sistemato materiale per gli ambulatori e la sala operatoria e abbiamo organizzato pure il trasloco degli strumenti. Avremmo necessità di risposo, dicevo, quando verso le 17 si presenta un paziente per una visita. La tentazione è di dire che non è giornata, in fondo siamo qui solo per fare trasloco, non per visitare. Ugualmente, dico a Samuel di cominciare a visitarlo. Il paziente non vede assolutamente nulla. risulta miope di 12 diottrie e non ha mai portato occhiali. Con le lenti corrette però la vista arriva a 4-5/10. E’felice! Il problema però è dove potrà acquistare occhiali con una gradazione cosi: forse lo abbiamo illuso inutilmente. Cominciamo così a cercare tra gli occhiali che negli anni abbiamo portato e – miracolo – spunta un occhiale con lenti da -12 D Il nostro amico etiope se ne va felice come pochi. Mai aveva visto come questa sera…”.
“Questo per farvi capire come nei Paesi del Sud del mondo non sempre sia necessaria la chirurgia per fare felice un paziente. A volte esistono pazienti ipovedenti per difetti di vista mai corretti. Lui era uno di questi, e questa sera passava da qui mentre noi non eravamo ancora partiti… La sua felicità, ora, è la nostra”.
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