29 Aprile 2024

“Puoi anche tu”, le storie
dei nostri volontari: Simona Guarini – Ottico

Quarta puntata di “Puoi anche tu”: la testimonianza diretta, il racconto di soci, amici, volontari protagonisti in questi anni dell’attività dell’Associazione. E’ la volta di SIMONA GUARINI, OTTICO

Ossouye è un piccolo distretto nella regione della Casamance in Senegal, al confine con Gambia e Guinea Bissau. Arrivarci è già di per sé un’impresa, si fa scalo a Dakar per poi salire su un altro aereo, destinazione Casamance, ma gli imprevisti sono consuetudine e la durata del viaggio imprevedibile.

Il mio bagaglio, la prima volta, consisteva in un piccolo zainetto; avevo con me anche una valigia, ma piena zeppa di occhiali e di oggetti utili alla missione.

Ma andiamo con ordine…

Il progetto di creare un servizio di ottica e oculistica nel dispensario di Cabrousse per esami della vista, cure mediche e la distribuzione di occhiali nasce nel 2015. Obiettivo principale: garantire screening visivi a tutta la popolazione in età scolare, dai 6 ai 15 anni. Un numero esorbitante, ne avevamo stimati circa 2000.

Impossibile dimenticare il primo giorno, l’impatto con la realtà. Arrivati al dispensario, mica c’era un laboratorio di ottica ad aspettarci, ma un camerone che veniva utilizzato dai sanitari locali per la degenza dei malati di malaria o altro… Quindi ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo allestito una sorta di sala misurazione e sistemato le centinaia di occhiali da vista usati, donati dai Lions e da altri partners.

Il nostro piccolo laboratorio di ottica, sistemato alla meglio ma funzionante, cominciò da subito la sua attività, senza sosta. Era bello vedere così tanti bambini, accompagnati alle visite dai loro insegnanti. I più piccoli non parlavano neanche il francese, era la maestra che traduceva nella loro lingua, il diola.

Le classi a Casamance sono numerosissime, accolgono fino a 60 studenti. Potete immaginare cosa possa imparare un ragazzino con problemi di vista… Spesso questi bambini con un deficit visivo lo nascondono per non essere emarginati o considerati problematici. Un vero dramma per il contesto in cui vivono.

Una motivazione in più, per noi. Così, durante gli screening, ogni volta che ci siamo trovati di fronte a ragazzi con problemi della vista, iniziava la ricerca sfrenata dell’occhiale correttivo. E ogni volta era una soddisfazione indescrivibile vedere la gioia di questi ragazzi in grado finalmente di vedere.

Una mattina arrivò un ragazzo di circa 10 anni accompagnato dal padre, che quasi lo trascinava. La mia perplessità svanì non appena compresi che l’atteggiamento del padre era di premura e attenzione: voleva essere sicuro che il figlio ci vedesse bene perché potesse studiare ed avere un futuro dignitoso. Era così attento durante il nostro esame della vista, attento a che il figlio rispondesse correttamente a tutte le letterine… Il bambino non aveva problemi di vista, il padre ha ringraziato commosso. Al bimbo ho poi donato un paio di occhiali da sole spiegando l’importanza della prevenzione. Si sono allontanati entrambi felici…”.

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