5 Maggio 2024

Voci dall’Africa:
Piet Noë – Medico Oculista

Mi chiamo Piet Noë e sono un oculista belga. Dal 2008 lavoro a tempo pieno in Rwanda. Da circa 10 anni collaboro con AMOA. Numerosi volontari dell’Associazione, nel tempo, sono venuti ad aiutarci in Rwanda e AMOA sostiene da sempre il nostro lavoro e i nostri pazienti.

L’incontro con Michela Russo
e la collaborazione con AMOA

La collaborazione ufficialmente iniziò nel 2012 a Kabgayi, dove cominciai a lavorare con la chemioterapia per i bambini con retinoblastoma grazie all’assistenza fornita da AMOA. Un anno prima, infatti, avevamo avuto in visita a Kabgayi Michela Russo, volontaria AMOA, che mi vide ricoverare una bambina affetta da un retinoblastoma molto avanzato, incurabile senza chemioterapia.

Non passarono neppure dodici mesi che AMOA inviò il primo lotto di Vincristina, Etoposide e Carboplatino, un trattamento salvavita per il retinoblastoma. E, da allora, ogni anno AMOA invia i farmaci necessari per trattare tanti bambini. Nel frattempo, ho migliorato le mie competenze in Uganda, presso il reparto del dottor Keith Waddell: un eccezionale oculista che ha trascorso tutta la sua vita in quel Paese e aveva già da tempo iniziato a trattare con la chemioterapia i casi di retinoblastoma. Waddell ci ha insegnato le procedure della chemioterapia e trasmesso il suo protocollo di cure. Veniva regolarmente in Rwanda con le sue bravissime infermiere per insegnare le procedure alle nostre operatrici sanitarie, che hanno così acquisito familiarità con la somministrazione dei farmaci chemioterapici per i piccoli pazienti.

La battaglia contro il retinoblastoma

Il risultato è stato che dal 2012 abbiamo potuto offrire un trattamento salvavita ai pazienti con retinoblastoma. Abbiamo curato da tre a quattro nuovi casi di retinoblastoma ogni mese, tra 40 e 50 bambini all’anno e abbiamo gradualmente ricevuto sempre più pazienti anche dai Paesi vicini, Burundi e Repubblica Democratica del Congo.

Uno degli aspetti maggiormente positivi è che i genitori dei bambini con retinoblastoma si sono potuti conoscere e sostenere a vicenda. Abbiamo quindi capito che era davvero necessario garantire tutto gratuitamente a quei pazienti: non solo le cure, ma anche gli esami di laboratorio, il cibo e il trasporto a casa.

Quando non abbiamo fornito i soldi per il viaggio in autobus i pazienti non sono potuti tornare per la sessione successiva di chemioterapia. La maggior parte dei bambini ha infatti bisogno di sei cicli di chemioterapia ad intervalli di un mese e rimangono ricoverati in ospedale per circa tre giorni. Il tasso di sopravvivenza dei bambini con retinoblastoma che abbiamo trattato è compreso tra il 50% e il 60%.

L’impegno al “Rwanda Charity Eye Hospital”

Dal 2019 mi sono trasferito al “Rwanda Charity Eye Hospital”, un nuovo ospedale oculistico appena fuori Kigali, la capitale del Rwanda, aperto l’anno precedente. A partire dal giugno 2019 abbiamo iniziato a lavorare con la “Mutuelle de Santé”, l’assicurazione sanitaria per l’80% della popolazione ruandese.

Da quel momento abbiamo iniziato di nuovo a ricoverare pazienti con retinoblastoma. L’ospedale è ben attrezzato. Molti dei nostri pazienti sono poveri, ma trattiamo tutti coloro che hanno bisogno di aiuto. L’ospedale ha uno scopo benefico e solidaristico. In una giornata normale arrivano circa 120 pazienti ed eseguo tra 20 e 30 interventi chirurgici oculistici. Anche il “Rwanda Charity Eye Hospital” ha ricevuto attrezzature da AMOA, ad esempio un macchinario per la crioterapia che viene utilizzato per i pazienti con distacchi di retina. Continuiamo a tutt’oggi a collaborare con diversi oculisti AMOA che ci danno anche consigli per pazienti difficili. AMOA, che sempre ringrazierò, ha fatto la differenza per i bambini affetti da retinoblastoma in Rwanda.

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