27 Luglio 2024

“Ritornare ad Adwa,
dopo pandemia e guerra, per fare ripartire
visite e cure”

Dal 4 al 18 novembre AMOA ritorna in Etiopia, ad Adwa, per far ripartire l’attività oculistica dopo gli stop causati dalla pandemia di coronavirus e dalla lunga guerra civile. È prevista la ripresa dell’attività medica e chirurgica e l’avviamento del laboratorio di ottica, l’unico della zona.

Parteciperanno i medici oculisti Sergio Tabacchi, Nicole Balducci, Roberto Gattegna; l’ortottista Francesca Tassinari; gli ottici Daniela Smania, Rocco Romagnoli e Domenica Farsetti; il tecnico di sala operatoria Nicola Dusi, il tutto fare Antonio Bleeve; la fotografa Carolina Paltrinieri.
“Era novembre 2019, circa alla metà del mese quando, dopo la conclusione dell’ultima missione oculistica di AMOA presso l’ospedale di Adwa, salutammo suore e amici con la promessa di rivederci nella primavera dell’anno successivo”, racconta il dott. Tabacchi.
“Si trattava di una missione molto importante, perché dopo avere traslocato tutti gli strumenti dai vecchi ambulatori e dalla sala operatoria all’interno del nuovo ospedale, avevamo già preso contatti con un oculista etiope e con un infermiere optometrista che stava ultimando il corso presso l’Università di Gondar. L’idea era che, in tempi brevi, potessero affiancarci nell’attività oculistica per poi proseguirla in autonomia. Ma le cose, come ben sappiamo, sono andate purtroppo molto diversamente. Non bastasse la pandemia da Covid-19, in Etiopia è scoppiata la guerra civile che ha visto fronteggiarsi il governo centrale e la popolazione della regione del Tigray, dove ad Adwa ha sede la missione salesiana Kidhane Mehret e quindi il ‘nostro ospedale’. Una guerra che, dopo l’alleanza tra Eritrea e il governo centrale etiope, aveva come obiettivi l’occupazione del Tigray e l’annientamento della popolazione tigrina. Dopo due anni, la guerra si è conclusa senza vincitori né vinti, ma con un grande carico di morti e distruzione. Si contano infatti circa 1 milione di morti, tra cui molti bambini. Migliaia i feriti, quindi stupri, orrori, fabbriche e ospedali distrutti, carestia e fame. L’unico ospedale non bombardato nella regione del Tigray è stato proprio l’ospedale della missione, che in questi anni di guerra ha curato centinaia di feriti e dove hanno partorito migliaia di donne. Ora vi lavorano parecchi medici etiopi che hanno avuto le loro strutture distrutte dai bombardamenti. Ed è proprio qui che dopo quel ‘ci vediamo a primavera’ del novembre 2019, ritorneremo nel novembre 2023, dopo esattamente quattro anni”.
“È di nuovo una grande emozione in questi giorni organizzare la nostra partenza – conclude Tabacchi -: ci sarà da riorganizzare tutta l’attività ambulatoriale e l’intera attività chirurgica. Sarà, insomma, quasi un ricominciare da capo… Chi ha esperienza di Africa sa che purtroppo tutto questo è all’ordine del giorno. L’importante è mai demoralizzarsi e mai desistere, ma sempre resistere e ripartire. Cosa ci aspettiamo di trovare? Dopo tanti anni di grande crescita in cui il Pil dell’Etiopia viaggiava a doppia cifra, anni in cui ogni volta che atterravamo nella capitale Addis Abeba avevamo la sensazione di toccare con mano tutto ciò – nuove costruzioni, nuovi centri commerciali e hotel, grande fermento – ora dopo anni di pandemia e di guerra temo che anche l’impatto sarà ben diverso. Da quello che ci raccontano penso che troveremo, soprattutto nel Tigray, l’eredità della guerra: abitazioni distrutte, fabbriche ed ospedali bombardati, e temo che potremo percepire la paura e il terrore negli occhi delle persone. E, certamente, all’interno della missione non ci saranno più i 1500 tra bambini e ragazzi che negli anni passati tutte le mattine si recavano a scuola. Mancheranno coloro che, dai 12 fino ai 18 anni, sono stati mandati a combattere: molti dei quali non sono più ritornati. Sarà comunque un grande piacere ritornare ad Adwa, riabbracciare le suore, i nostri amici ritrovare i luoghi, le albe, i tramonti, i profumi dell’Africa e tutte le emozioni che anche le guerre non sono riuscite e non riusciranno a cancellare”.

 

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