Ottava puntata di “Puoi anche tu”: la testimonianza diretta, il racconto di soci, amici, volontari protagonisti in questi anni dell’attività dell’Associazione. E’ la volta di Francesco Ferrara, Medico Oculista.
Arrivo a Lomè alle 23, prima di sbarcare imito gli altri passeggeri, quasi tutti africani, che mettono via giacconi e maglioni (il volo viene da Parigi) per restare in maglietta o in maniche di camicia. Il terminal è nuovo e moderno, ma non ha il fascino di quello vecchio piccolo e caotico. All’ingresso esibisco il certificato internazionale di vaccinazione per la febbre gialla e mi avvio all’uscita. Alla Casa degli Angeli trovo tutto il personale locale del centro medico che aspetta (è ormai mezzanotte) per conoscermi e darmi il benvenuto, sono tutti molto giovani e come sempre allegri. Ci diamo appuntamento per il giorno dopo e mi anticipano che le visite saranno tante. Nella notte arrivano altri medici e infermiere di AVIAT con cui condividerò questa esperienza. La mattina dopo in ambulatorio l’attività scorre fluida grazie all’ottima organizzazione e alla dotazione strumentale, completa e perfettamente funzionante, portata da AMOA: Sandra infermiera locale registra i dati dei pazienti che poi vengono visitati da me e da Gaffar, TSO che vive a Sokodè nel nord del Togo, ma che per ogni nostra missione affronta un lungo viaggio per esserci. Per lui è l’unica occasione di formazione ed aggiornamento; una volta terminata la visita consegniamo ai pazienti i medicinali prescritti (ho portato con me un borsone di 20 kg. pieno di farmaci donati dal Centro Missionario di Firenze) e occhiali premontati o quelli approntati da Pascal nel laboratorio di ottica del centro medico. Per la chirurgia, indirizziamo i pazienti all’ospedale di Bè (quartiere di Lomè) dove AMOA ha installato una sala operatoria. Anche gli altri medici con le infermiere lavorano intensamente e così riusciamo a fornire un’assistenza quasi completa. Dopo la prima settimana di lavoro a Lomè iniziamo le tre giornate di visite programmate a Togoville, antica capitale del Togo, presso il centro medico finalmente completato. Dopo aver attraversato la città e percorso la litoranea lungo il Golfo di Guinea arriviamo sulle sponde del lago Togo e dopo una trentina di minuti di una bellissima traversata in piroga arriviamo al centro dove c’è già una piccola folla in attesa. Qui, rispetto a Lomè, non esistono servizi medici e perciò le patologie sono ad uno stadio più avanzato e difficilmente curabili: glaucoma terminali, cataratta bilaterali ipermature, opacità corneali da traumi ed infezioni. Inoltre bisogna non farsi ingannare da malattie a cui non siamo abituati e che possono essere molto insidiose. L’ ambulatorio oculistico è ampio e dispone di due postazioni strumentali complete e nonostante il continuo afflusso di pazienti l’attività si svolge senza intoppi grazie alla piena collaborazione del consiglio del villaggio che da tempo aspettava questo momento. Al termine della missione, durata due settimane, sono centinaia i pazienti visitati e che hanno ricevuto i medicinali e gli occhiali necessari. Nostro scopo non è solo dare assistenza medica, ma anche formare il personale locale che, con passione ed entusiasmo, osserva come lavoriamo e ci aiuta nella pratica quotidiana sviluppando le competenze per poter lavorare con sempre maggiore autonomia clinica e gestionale. In un Paese dove la povertà è così diffusa e dove la sanità è tutta a pagamento, un intervento di cataratta o un semplice occhiale può cambiare la vita di una persona o il futuro di un bambino. In Africa quasi l’80% dei casi di cecità o ipovisione è evitabile perciò è importante continuare a partire per offrire sostegno e collaborazione.
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