17 Maggio 2024

Giornata mondiale
della sicurezza alimentare:
il significato per l’Africa

“Cibo sicuro ora per un domani sano” è lo slogan che caratterizzerà la terza “Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti” che si celebra  oggi, 7 giugno. AMOA, attraverso la testimonianza del medico e socio dell’Associazione, Lino De Marinis, pone l’attenzione sul suo significato per l’Africa.

La Giornata mondiale della sicurezza alimentare è dedicata alla necessità di garantire in modo costante e generalizzato acqua ed alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l’organismo necessita in sicure condizioni igieniche e senza contaminazioni di alcun tipo.

Nei Paesi in cui il pericolo di carestie generalizzate è basso le problematiche di sicurezza alimentare sono prevalentemente di tipo qualitativo (igiene alimentare), mentre nei Paesi sottosviluppati, come la maggior parte dei luoghi dell’Africa, sono anche e soprattutto di tipo quantitativo.

La malnutrizione e la denutrizione sia cronica che acuta, che possono colpire la salute sin dalla vita fetale, provocano malattie in qualsiasi parte del corpo umano, interessando tutti gli organi e arrivando, nei casi più estremi, a causare la morte, soprattutto nei bambini che sono i soggetti più vulnerabili. Pertanto numerosi sono i sintomi legati ad un insufficiente apporto alimentare, che colpisce circa il 30% della popolazione mondiale: ritardo della crescita, calo ponderale, debolezza, anoressia, anemia, diarrea, perdita dei capelli, ecchimosi, glossite, riduzione del gusto, facilità ad infezioni locali e generali, malattie neurologiche quali atassia, disorientamento, neuropatie periferiche.

Non viene risparmiato l’organo della vista, gli occhi. Una alimentazione insufficiente è concausa di cataratta, principale responsabile di cecità nel mondo perché in tante aree non vi sono strutture in cui poterle operare. Una neuropatia ottica malnutrizionale può manifestarsi in caso di sbilanciamento delle componenti alimentari o assunzione di sostanze tossiche. Assenza di sostanze alimentari protettive possono determinare più facilmente alcune malattie retiniche. Possono essere presenti in quelle malattie neurologiche causate da insufficiente apporto di cibi energetici disturbi oculari, quali difficoltà della visione oltre che della concentrazione, visione doppia, oftalmoplegia.

Ma la malattia oculare più grave è causata dalla mancanza di vitamina A, la xeroftalmia, che esordisce con un peggioramento della visione notturna e che determina una secchezza oculare con la formazione di depositi biancastri (macchie di Bitot), danneggiamento della sclera e della cornea fino alla cecità…

Secondo il 2021 Global Report on Food Crises”, presentato nello scorso mese di maggio dal Global Network Aganist Food Crises (GNAFC) a Roma, il numero di persone esposte al rischio di insicurezza alimentare acuta e bisognose di urgenti aiuti umanitari e di sostegno alla sussistenza ha raggiunto il dato più alto degli ultimi 5 anni nei Paesi afflitti da crisi alimentari.

Nel 2020 almeno 155 milioni di persone sono stati esposte al rischio di insicurezza alimentare acuta, a livelli critici o peggiori, in 55 Paesi, un dato che appare in crescita di circa 20 milioni rispetto al precedente anno.

Di queste persone circa 133 000 hanno sperimentato il più grave livello di insicurezza alimentare acuta, classificato come “catastrofe”, soprattutto in Burkina Faso, nel Sud Sudan e nello Yemen, dove è stato necessario intervenire con aiuti d’emergenza per evitare morte diffusa e il tracollo dei mezzi di sussistenza.

In questi 55 Paesi colpiti dalla crisi alimentare esaminati nel rapporto, oltre 75 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni presentavano nel 2020 ritardi nella crescita (sottosviluppo), mentre più di 15 milioni mostravano segni di eccessiva magrezza (denutrizione).

L’insicurezza alimentare acuta ha colpito in maniera elevata in diversi Paesi africani quasi 98 milioni di persone, ma anche altri continenti non sono stati risparmiati, soprattutto l’Asia.

La FAO evidenzia che nel corso del 2020 le principali cause dell’aumento dell’insicurezza alimentare acuta sono state: i conflitti, come per esempio in Etiopia, Uganda, Burkina Faso, Nigeria, Congo, Sudan, Somalia, Camerun; gli shock economici, spesso conseguenti alla pandemia COVID-19 in tutti i Paesi sottosviluppati; gli eventi meteorologici estremi e i recenti cambiamenti climatici, come nel sud del Madagascar, in Kenya, Etiopia, Somalia, Mozambico.

Se nel 2021 si prevede che i conflitti rimarranno la principale determinante delle crisi alimentari, nelle economie fragili la pandemia COVID-19 e le misure di contenimento ad essa correlate, nonché i cambiamenti climatici, continueranno ad aggravare l’insicurezza alimentare acuta in tutti i Paesi africani. Tutte queste cause hanno rivelato la fragilità del sistema alimentare mondiale e la necessità di creare sistemi più equi, sostenibili e resilienti per garantire un’alimentazione regolare e nutriente a 8,5 miliardi di persone entro il 2030.

A meno che non si riesca a invertire la rotta, le crisi alimentari sono destinate ad aumentare per frequenza e gravità. Sconfiggere la fame significa combattere la povertà ma anche preservare la salute, oltre a tutelare le riserve naturali, ridurre le diseguaglianze, mantenere la pace e la stabilità politica.

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