19 Aprile 2024

Voci dall’Africa: La storia
di nonna Amelia

Per la rubrica “Voci dall’Africa”, dal Magadascar ecco la storia di nonna Amelia, che arrivò in Rwanda nel 1983, a 65 anni, dopo una vita dedicata alla famiglia e alla sua professione di ostetrica.

Nei pressi del Centre de Santè di Muhura sorge l’orfanotrofio di nonna Amelia. Più che un orfanotrofio sembra una vera casa, dove la signora Amelia Barbieri (per tutti nonna Amelia) cresceva con amore e disciplina una dozzina di piccoli orfani. Questi bambini “fortunati” venivano stimolati con ogni tipo di attività, proprio come nei nostri asili, e si sono dimostrati molto più vispi e ricettivi rispetto ai coetanei educati nelle casupole di campagna e nelle scuole pubbliche.

In Rwanda dal 1983

Amelia Barbieri arrivò in Rwanda nel 1983, a 65 anni, dopo una vita dedicata alla famiglia e alla sua professione di ostetrica. A Muhura le venne affidato l’incarico di direttrice dell’orfanotrofio, impegno al quale si dedicò con tutta la sua energia. Nel 1994, in piena guerra civile, un convoglio della Croce Rossa Italiana capeggiato da Maria Pia Fanfani portò in salvo in Italia Amelia e i suoi 53 bambini, sottraendoli agli orrori del genocidio. I piccoli furono ospitati a Verona, ma dopo un anno e mezzo il governo rwandese pretese che venissero riportati nella loro terra di origine, insieme a nonna Amelia. Da allora Amelia è rimasta con i suoi bambini fino al 2012 quando, all’età di 93 anni, fece ritorno in Italia, per problemi di salute. È scomparsa nel 2016, a 98 anni, lasciando un ricordo vivissimo in chi l’ha conosciuta. Fu proprio tra i piccoli orfani di nonna Amelia che conobbi la piccola Paula.

Screening per tutti i bambini dell’orfanatrofio

Durante la missione di febbraio 2009, insieme all’ottico Michele Foli, fu effettuato lo screening di tutti i bambini dell’orfanotrofio. Paula era vivacissima, ma ci accorgemmo subito che doveva essere gravemente ipovedente, perché per riconoscere gli oggetti se li avvicinava alla punta del naso. Infatti risultò avere una miopia congenita gravissima, di oltre 20 diottrie. Non avevamo lenti così forti! Ma Michele le diede le lenti più forti che avevamo, di 6 diottrie, su una bellissima montatura per bambini, di colore rosso. Non appena gli occhialini furono pronti, la piccola Paula li indossò con grande gioia e non li abbandonava mai, anche se erano chiaramente insufficienti per il suo difetto. L’anno dopo Michele le preparò nel suo laboratorio di Lucca due occhialini su misura, che le furono consegnati quando tornammo a Muhura. Non ho più rivisto Paula… Ormai sarà grande… Chissà se ha ancora quegli occhialini rosa che la rendevano così fiera!

La storia di Paola è raccontata da Marzia Capuccini, medico oculista e volontaria AMOA.

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