Il Dott. Laffi nei primi giorni della sua missione AMOA al RCEH (Ruanda Charity Eye Hospital) si è trovato a visitare Joseph, di 12 anni, con calo della vista in un occhio, rossore congiuntivale e pustole su tutto il corpo. Le pustole sono dovute al vaiolo delle scimmie che in Rwanda sta aumentando molto, soprattutto nei bambini. Si differenzia dal vaiolo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che preoccupava anche l’Italia fino alla fine degli anni 70, motivo per cui tutti i bambini venivano vaccinati. In Italia, la vaccinazione anti-vaiolosa è stata interrotta nel 1977 perché questa malattia è stata debellata. In Africa purtroppo, le malattie infettive, continuano a colpire ed anche se il vaiolo delle scimmie raramente diventa fatale, pur sempre causa problemi.
Il Rwanda era appena stato colpito (da settembre a dicembre 2024) dall’infezione di Marburg, o febbre emorragica di Marburg, malattia infettiva virale grave e spesso fatale causata da un virus della stessa famiglia del virus Ebola con un tasso di mortalità che va dal 24% all’88%.
Joseph presenta anche gli occhi rossi sia per il vaiolo delle scimmie sia per la congiuntivite Vernal, una particolare congiuntivite che se non trattata adeguatamente può portare a cecità per opacità corneale.
In un occhio presenta anche un calo della vista legata al cheratocono, uno sfiancamento della cornea, che in Italia è molto raro a tale età, mentre invece in questi paesi non è così raro, per questioni genetiche, ambientali e proprio perché queste congiuntiviti portano allo sfregamento continuo dell’occhio per prurito ed il tessuto corneale predisposto può andare incontro a sfiancamento con astigmatismo elevato ed anche opacità nei casi più gravi.
Come potete notare da questo esempio l’Africa fa le cose in grande anche con sintomi che in Italia sono segnale spesso di altri problemi e facilmente risolvibili.
Per fortuna del nostro Joseph l’RCEH è all’avanguardia nella diagnosi e nella terapia di tutte queste malattie. È stato pertanto sottoposto a terapia immunosoppressiva, e successivamente a crosslinking per il cheratocono (procedura che rinforza la cornea, mediante l’uso di raggi ultravioletti (UV) e di un collirio a base di vitamina B2).
